giovedì 13 marzo 2014

ANDY WARHOL & POP ART

Si è conclusa domenica 9 marzo la mostra, a Palazzo Reale di Milano, dedicata al re della POP ART, Andy Warhol.
Il percorso della mostra ripercorreva, attraverso oltre 150 opere, la carriera dell'artista dai primi disegni come illustratore, per poi passare a dipinti, polaroid per finire con le sue famosissime serigrafie.
Chi mi conosce sa della mia passione per la Pop Art e in particolare per Andy Warhol...da anni sono affascinata da questo personaggio, artista meraviglioso che passava dalla pittura al cinema, dalla scultura, alla fotografia, persino alla musica...producendo e illustrando la copertina del primo fortunatissimo album di quello che sarà uno dei gruppi che entreranno a far parte della storia della musica, i Velvet Underground capitanati dal front man Lou Reed.



Di solito si dice che chi si specializza in troppe discipline, sia difficile che riesca a farle bene tutte...bè non è questo il caso di Andy Warhol, lui eccelleva in ogni forma d'arte a cui si avvicinava...era un artista a 360°! Anche se la maggior parte di noi lo conosce e lo ricorda per essere stato il "padre" della Pop Art, movimento che ebbe il suo maggior periodo di successo proprio dagli anni '60 in America grazie a Warhol e che inizialmente venne criticata e snobbata dai grandi critici d'arte perché non ritenuta all'altezza di altri movimenti artistici...in realtà soltanto diversa, a mio parere rivoluzionaria, poiché per la prima volta l'intellettualismo viene messo da parte per dare spazio ad opere riconoscibili, senza interpretazione, poiché rivolge la propria attenzione agli oggetti, ai miti e ai linguaggi della pubblicità noti a tutti.


E' definita arte "popolare", appellativo inteso non come arte del popolo o per il popolo ma come arte di massa, cioè prodotta in serie. E poiché la massa non ha volto, l'arte che la esprime deve essere il più possibile anonima: solo così potrà essere compresa e accettata dal maggior numero possibile di persone.
Perché come diceva Warhol, parlando di una delle sue opere dove erano rappresentate bottiglie di Coca Cola: «Una Coca Cola è sempre una Coca Cola e non c'è quantità di denaro che possa farti comprare una Coca Cola più buona di quella che l'ultimo dei poveracci si sta bevendo sul marciapiede sotto casa tua. Tutte le Coca Cola sono sempre uguali e tutte le Coca Cola sono buone. Lo sa Liz Taylor, lo sa il Presidente degli Stati Uniti, lo sa il barbone e lo sai anche tu».


Questo e molto altro ho potuto vedere nella mostra di Palazzo Reale, che mostrava un lato anche intimo dell'artista...e infatti questo e molto altro era Andy Warhol, personaggio ricco di sfaccettature, artista talentuoso e uomo dalla storia particolare, di umili origini e ossessionato dalla celebrità, di cui però aveva paura...come aveva paura della morte, con la quale aveva "giocato" per anni attraverso le sue opere, e che se lo portò via troppo presto per una complicazione durante un banale intervento chirurgico.

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